domenica 21 settembre 2008

Catania



Di nuovo qui.
Inaspettata la Sicilia mi arriva addosso.
Non era previsto, non ci ero preparata, non avevo metabolizzato l'ultima volta...
E ne sono di nuovo, e subito, conquistata, risucchiata, ingoiata, ammaliata e innamorata, come sempre.



Città in bianco e nero
Città al negativo, come quello delle foto.
Si guarda il contorno, l'altro lato, la verità sta sotto, sta dietro, sta dopo, nascosta dalle luci ribaltate.
Quello che vedi è il contrario di sé stesso.
Il reale lo vedrai dopo, quando sviluppi la foto, una volta tornata a casa.
E sopra tutto, la montagna bella, la montagna araba, che è anch'essa un negativo di sé stessa: è montagna o è vulcano? E' solida e forte? O è instabile e minacciosa?
E ancora negativi di positivi.
E' cielo o è mare? E' terra o è lava?
Infine, un dubbio mi assilla.
Ma la caponata, è dolce o salata?
:-)))


mercoledì 10 settembre 2008

Altrove

«Ma dov'eri fino ad ora?

Ero altrove...»

"Andiamo via, creatura mia,
via verso l'Altrove.
Lì ci sono giorni sempre miti
e campi sempre belli.
La luna splende su chi
là vaga contento e libero,
ha intessuto la sua luce con le tenebre
dell'immortalità.
Lì si cominciano a vedere le cose,
le favole narrate sono dolci come quelle non raccontate,
là le canzoni reali-sognate sono cantate
da labbra che si possono contemplare.
Il tempo lì è un momento d'allegria,
la vita una sete soddisfatta,
l'amore come quello di un bacio
quando quel bacio è il primo.
Non abbiamo bisogno di una nave, creatura mia,
ma delle nostre speranze finchè saranno ancora belle,
non di rematori, ma di sfrenate fantasie.
Oh, andiamo a cercar l'Altrove."

(Il violinista pazzo, Fernando Pessoa)

e ancora poesia!

martedì 2 settembre 2008

Les enfants

Visto che il mio blog ha preso questa vena poetica, continuo con una bella poesia, e poi canzone: Jacques Prevert, Joseph Kosma, Yves Montand.


"Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage, leur mépris, leurs rires et leur envie
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour"



(Jacques Prévert)

 

Cioccolatte

Ho letto questa poesia, mi ha fatto sorridere e mi ci sono vista!
Allora la posto.

Le golose


Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.


Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!


Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.


C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.


L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.


un'altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!


Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!


L'una, senz'abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare


sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D'Annunzio.


Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,


di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!


Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,


o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?


Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.


(Guido Gozzano)





Mi accorgo che il mio sta diventando un blog di poesia....!

lunedì 1 settembre 2008

Livorno



Ieri, mare, timidezza e curiosità di conoscere, di conoscersi, l'azzurro (del mare?), la luce, forte, che ti fa strizzare gli occhi (oppure è per guardarsi meglio, per vedere più a fondo nelle anime?)
E poi Livorno, desolata e silenzio
sa, nella calura di un pigro pomeriggio di domenica, un cane che abbaia da una casa, due vecchi che ci guardano, una poesia che passa dall'uno all'altro.

SCANDALO

"Per una bicicletta azzurra,
Livorno come sussurra!
Come s’unisce al bru
sio
dei raggi, il mormorio!
Annina sbucata all’angolo
ha alimentato lo scandalo.
Ma quando mai s’era vista,
in giro, una ciclista?"


(Giorgio Caproni, da Versi Livornesi)